Dopo anni di abbandono molti tetti e porzioni di edifici erano crollati, infiltrazioni d’acqua danneggiavano i muri, tonnellate di materiale di scarico era accatastato e marciva dentro e fuori gli edifici creando dissesti, la vegetazione aveva invaso ampie porzioni dello stabilimento, entrando all’interno e distruggendo anche le finiture.
Malgrado ciò nel 2007 gli edifici furono posti sotto tutela diretta della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici della Provincia di Arezzo. Gli edifici principali hanno una struttura perimetrale in muratura di pietrame, decorata con archi in mattoni a vista; all’interno, per avere la massima fruibilità degli spazi, la struttura è realizzata con pilastri in ghisa, travi di ferro e voltine in mattoni. L’obiettivo dell’intervento architettonico è stato quello di recuperare le principali costruzioni, conservandone la realtà di edifici industriali dismessi.
Per quanto possibile, le strutture murarie e le finiture sono state conservate come ci sono pervenute; è stata effettuata prevalentemente un’opera di pulitura e manutenzione, anche se sono state rifatte le coperture crollate e sono stati realizzati dei nuovi impianti e servizi. Gli intonaci originari sono stati mantenuti e le lacune di quelli esterni, decorati con finto bugnato, sono state riprese con intonaco grezzo. Anche i pavimenti originari in cemento sono stati puliti e conservati come le “buche” che erano state realizzate per la manutenzione degli assortimenti di cardatura. I lavori di restauro sono iniziati nel 2007 e terminati nel 2010 con l’inaugurazione del Museo. Il progetto e la direzione dei lavori sono stati curati dallo Studio di architettura e ingegneria Comes di Sesto Fiorentino con l’obiettivo di recuperare le principali costruzioni, conservandone la realtà di edifici industriali dismessi.