IL GRANDUCA E IL CASENTINO

IL GRANDUCA E IL CASENTINO

Le riforme di Pietro Leopoldo nelle Comunità di Pratovecchio e Stia e gli spettacoli della scienza alla corte dei Lorena

Sabato 27 maggio alle ore 15:30 si svolgerà al Museo dell’Arte della Lana “Il Granduca e il Casentino”, convegno dedicato alla figura di Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena, sovrano illuminato del Settecento le cui riforme fecero della Toscana uno Stato moderno. Per rievocare l’atmosfera dei salotti dell’epoca personaggi in costumi settecenteschi intratterranno il pubblico con dimostrazioni scientifiche su macchine elettrostatiche e copie di strumenti meccanici didattici, come avveniva nelle “serate elettriche”, divertimento preferito dell’alta società del tempo.

 

L’evento, organizzato in collaborazione con il Museo Galileo di Firenze, l'Archivio Storico del Comune di Firenze e con il patrocinio del Comune di Pratovecchio Stia, vuole ricordare l’abile azione di riforme promossa nel Settecento dal Granduca Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena ed illustrarne gli effetti registrati nelle Comunità di Pratovecchio e Stia. Il convegno sarà introdotto dal dott. Andrea Gori, Direttore del Museo dell’Arte della Lana e tenuto dal dott. Giulio Manetti dell'Archivio Storico del Comune di Firenze. Durante l’evento, gli studenti del Liceo Scientifico  “Galileo Galilei” di Poppi indosseranno gli abiti dell’epoca, gentilmente concessi dal Museo Galileo di Firenze, le macchine elettrostatiche e le copie di strumenti meccanici didattici sono realizzati da Alberto Berti.

L'iniziativa rientra nel calendario di eventi promosso dalla Regione Toscana "Amico Museo". L’ingresso è gratuito.

NOTA STORICA

Il 31 marzo 1766, lunedì di Pasqua, un giovane di 19 anni seduto in trono nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, alla presenza del Senato dei quarantotto e del Consiglio de’ Dugento, prendeva formalmente possesso del Granducato di Toscana. Il nuovo granduca Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena ereditava il trono toscano dal padre, Francesco Stefano di Lorena, che era, a sua volta, succeduto all’ultimo granduca mediceo, Giangastone. Il Granducato passava così nelle mani di un giovane diciottenne colto e intraprendente, ammiratore di Locke e Montesquieu, arrivato a Firenze meno di un anno prima insieme alla giovane moglie Maria Luisa di Borbone Spagna. E' a questo giovane che si deve uno dei più sapienti piani di riforma che la cultura settecentesca europea abbia partorito. Quando, infatti, nel 1790, morto il fratello imperatore, Pietro Leopoldo lascerà la Toscana per cingere la corona imperiale, il Granducato sarà totalmente cambiato, trasformato in uno stato moderno in un modo talmente originale da rappresentare una particolarità anche nel quadro del riformismo illuminista: una nuova amministrazione statale; nuove leggi e metodi di amministrazione della giustizia con la rivoluzionaria abolizione della pena di morte; un nuovo assetto amministrativo basato su Comunità fondate sui principi di autonomia e rappresentanza. E, nel pensiero di Pietro Leopoldo, queste Comunità rinnovate non erano un punto di arrivo ma dovevano costituire le fondamenta di un nuovo assetto istituzionale - poi non andato in porto per motivi indipendenti dalla volontà del Granduca -  che, se realizzato, avrebbe  fatto della Toscana la seconda monarchia costituzionale dopo l’Inghilterra e il primo stato d’Europa ad avere una costituzione scritta.

In questo quadro, anche le due nuove Comunità di Pratovecchio e Stia, ricevettero, come le altre del Casentino,  nel settembre 1776, il loro nuovo regolamento e la prima valle dell'Arno  partecipò così, insieme al resto della Toscana, a quella trasformazione istituzionale e sociale, destinata ad avere effetti duraturi anche dopo la dissoluzione del Granducato.

La dinastia dei Lorena si ricorda inoltre per aver innovato la cultura del XVIII secolo; i Medici interpretavano l’arte come un mezzo per mostrare all’ aristocrazia il proprio potere, con la dinastia lorenese finisce il carattere elitario della conoscenza e il sapere diventa appannaggio di tutti. Pietro Leopoldo, sulla convinzione che l’apprendimento doveva dare divertimento, promosse la creazione di strumenti scientifici didattici facendo così esplodere il fenomeno delle serate elettriche in cui nobili e dame si divertivano a sperimentare, anche sul proprio corpo, attrazioni, repulsioni, scosse e scintille. Si intrattenevano così assistendo agli esperimenti scientifici e all’osservazione delle collezioni di macchine nei musei scientifici, la cui istituzione a Firenze fu promossa proprio dal Granduca, dove le performance diventavano dei veri e propri spettacoli. Le macchine assumevano così la doppia valenza di mezzo di divulgazione scientifica e strumenti ludici che divertono il pubblico.

 

 

27 maggio 2017 ore 15:30